Vengo a conoscenza con sempre maggiore frequenza di grandi sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle. Cerco di pregare più possibile per loro. Talvolta vi chiedo aiuto per loro, ma sono sicuro che tanti di voi già pregano ogni giorno con fiducia e speranza.Stamattina Leone XIV nell’udienza, basandosi sull’episodio di Bartimeo (Mc 10,40-52), ha trattato proprio il tema della sofferenza. Ora vi porgo alcun brani del discorso del Papa, ma ovviamente spero che anzitutto leggiate e meditiate la pagina del Vangelo.«Vi invito a mettere davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati. Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci! […] Non bisogna mai abbandonare la speranza, anche quando ci sentiamo perduti. […]Il luogo è significativo: Gesù sta andando a Gerusalemme, ma inizia il suo viaggio, per così dire, dagli “inferi” di Gerico, città che sta sotto il livello del mare. Gesù, infatti, con la sua morte, è andato a riprendere quell’Adamo che è caduto in basso e che rappresenta ognuno di noi. […] Cosa possiamo fare quando ci troviamo in una situazione che sembra senza via d’uscita? Bartimeo ci insegna a fare appello alle risorse che ci portiamo dentro e che fanno parte di noi. Lui è un mendicante, sa chiedere, anzi, può gridare! Se desideri veramente qualcosa, fai di tutto per poterlo raggiungere, anche quando gli altri ti rimproverano, ti umiliano e ti dicono di lasciar perdere. Se lo desideri davvero, continua a gridare! Il grido di Bartimeo […] è diventato una preghiera assai nota nella tradizione orientale, che anche noi possiamo utilizzare: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”.Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù! […] Non c’è nessun grido che Dio non ascolti, […]. Quell’uomo può rimettersi in piedi, può risorgere dalle sue situazioni di morte. Ma per fare questo deve compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello (cfr v. 50)!Per un mendicante, il mantello è tutto: è la sicurezza, è la casa, è la difesa che lo protegge. Persino la legge tutelava il mantello del mendicante e imponeva di restituirlo alla sera, qualora fosse stato preso in pegno (cfr Es 22,25). Eppure, molte volte, quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare. Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità. Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione.Anche la domanda che Gesù gli pone sembra strana: “Che cosa vuoi che io faccia per te?” (v. 51). Ma, in realtà, non è scontato che noi vogliamo guarire dalle nostre malattie, a volte preferiamo restare fermi per non assumerci responsabilità. […] Bartimeo prese a seguire Gesù: ha scelto liberamente di seguire colui che è la Via! […] Portiamo con fiducia davanti a Gesù le nostre malattie, e anche quelle dei nostri cari, portiamo il dolore di quanti si sentono persi e senza via d’uscita. Gridiamo anche per loro, e siamo certi che il Signore ci ascolterà e si fermerà» (LEONE XIV, Udienza generale, 11-6-2025).Ovviamente chi lo desidera farà bene a leggere il testo integrale sul sito della Santa Sede.https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/events/event.dir.html/content/ vaticanevents /it/2025/6/11/udienza-generale.htmlIo mi limito a ribadire ciò che ho detto nei giorni scorsi. È fondamentale, per chi davvero vuole seguire Gesù, approfondire il legame tra preghiera, Spirito Santo e Parola di Dio. Chi ama Gesù non può non amare la sua Parola. Per intendere bene la sua Parola, è indispensabile una preghiera che sia davvero guidata e ispirata dallo Spirito Santo. Senza di Lui non possiamo né pregare né leggere bene il Vangelo né capire ciò che Gesù ci dona e ci chiede.Forse la frase che più mi ha colpito è stata il riferimento a Gerico e ad Adamo, cioè a quando Gesù mi viene a recuperare nel luogo più basso in cui io sia riuscito a cadere. Davvero Lui non mi abbandona mai. Per quanto io possa precipitare, Lui è sceso più in basso di me per potermi risollevare, guarire e santificare. A me chiede un po’ di fiducia e di gratitudine.