COMMENTI LITURGIA DELLA PAROLA TEMPO DI PASQUA GIORNI FESTIVI

RIFLESSIONE SULLA LITURGIA DELLA PAROLA
DELLA IV DOMENICA DI PASQUA ANNO C

SCHEMA FONDAMENTALE

Dare la vita: quale vita?
Pastore e agnello.
Un solo pastore o più pastori?

Prima Lettura
Impegno di apostolato, di dedizione, di luce.
Reazioni del tutto diverse verso Gesù e il Vangelo. I vicini (cioè i Giudei) rifiutano e perseguitano; i pagani si aprono e quindi gioia e Spirito Santo. Perché?
At 13,47. Dobbiamo essere luce a partire dall’unione con Gesù Luce.
Io sono nella luce? Mi sento responsabile di questa luce verso chi è al buio? Pensiamo a Mt 25,1-30 (parabola delle dieci vergini e parabola dei talenti).
At 13,48. Basta la fede, una fede generica in Dio, una fede senza fedeltà e obbedienza?
Non bisogna scoraggiarsi per le reazioni negative. Bisogna perdonare.
Rispettare la libertà (orizzontale), ma verso Dio (libertà verticale) siamo al tempo stesso liberi ed “obbligati”.
At 13,48. Occorre intendere bene “destinati alla vita eterna”. In che senso? Alcuni sono destinati all’inferno? Non possono salvarsi? C’è la predestinazione (cfr. Ef 1,5.11). Dio già sa tutto in anticipo? Come si compone con la libertà? Certamente siamo liberi, ma c’è un solo destino, però possiamo anche fallire. Eresia del giansenismo.

Gv 10,28. “Non andranno perdute in eterno”. C’è da discutere davvero su questa frase. Pensiamo ad Ap 7,14 (II lettura), esistono ancora peccato e inferno? Pensiamo a Rm 8,35 “Chi si separerà dall’amore di Cristo?”.

At 13,52. Gioia e Spirito Santo.

Seconda Lettura
Già nel Vangelo c’è la figura dell’Agnello, che è al tempo stesso pastore.
Agnello vuol dire sacrificio, vittoria; al tempo stesso debole e forte.
Ap 7,9. “Veste candida” vuol dire purezza, battesimo, santità, unione con Dio.
“Palma” vuol dire martirio.

Vangelo
Cosa dona? La Vita eterna, che vuol dire partecipazione alla Vita del Padre (cfr. Gv 17,3).
Gv 10,28-29. È importante non lasciarci strappare nulla dal demonio: ovviamente vuol dire la vita di Grazia, i Sacramenti, la Parola, la pace, il tempo.
È importante la docilità a livello etico e a livello vocazionale.

Che cosa/Chi è la vita?
È importante Gv 10,10 in Evangelium vitae.
Chi mi ha dato la vita? I miei genitori.
Egli ci dà la vita:
• quella naturale
• quella soprannaturale, ma soprattutto
– la sua vita. Cosa fa? Offre la propria vita.

Quale rapporto tra Gesù e noi? Conoscenza, relazione intima e profonda.
Occorre sentirci conosciuti e accettati da Lui.
Gesù mi conosce. Davanti a questa grande verità ci penso? Quali effetti produce? Penso che mi controlla? Che mi giudica? Mi accetta? Mi accetta soltanto?
Pensiamo alla relazione di Gesù con Zaccheo, con Matteo, con l’adultera; alla relazione pessima con i farisei, col cattivo ladrone, col giovane ricco

Ci chiede di conoscerlo, quindi di amarlo e di seguirlo.
Dobbiamo ascoltarlo (obbedirgli, fidarci di Lui).

Io capisco me solo in relazione al Signore
• sono creatura rispetto al Creatore
• tralcio rispetto alla vite
• pecora rispetto al Pastore
• amore rispetto a Dio Amore
• Figlio rispetto al Padre
• Peccatore perdonato rispetto alla misericordia
• Poi la dimensione della sponsalità

Occorre una relazione profondissima, fatta di eternità, salvezza, comunione di vita, non paragonabile con nessun’altra relazione.
È il Padre che attira a Gesù (Gv 6,44).
Gesù Buon Pastore collegato con la speranza in Spe Salvi 6. Ecco la vera fonte della speranza.

Gesù è l’unico pastore o ci sono più pastori? Occorre evitare i due eccessi: dare troppa importanza ai pastori umani o escluderli, pensando di incontrarsi “direttamente” con Dio.

Certamente sono importanti i pastori (i quali non “rappresentano” Gesù assente, non stanno al posto di Gesù, ma Gesù agisce in loro), ma conta evidentemente anzitutto Gesù. Lui è l’unico pastore, agisce attraverso i pastori

Io ho a cuore le pecore che sono senza pastore? Una mamma è mamma soltanto per i propri figli? Occorre fare attenzione anche alle famiglie con problemi, con figli malati, con genitori in difficoltà per vari motivi.

Dobbiamo collaborare con Lui:
• io prendo da Lui la Vita
• aiuto gli altri a mettersi in contatto con Lui

Ognuno è prima pecora e poi pastore.

Il sacerdote ha la stessa missione di Gesù: Parola e Sacramenti; unione con Lui, dedizione totale, un “potere” incredibile (che non hanno neanche gli angeli e la Vergine).
Cooperare, pregare ed educare per le vocazioni.
Fedeltà vera e profonda, e quindi perseveranza (ma non quello di don Abbondio).
Le due conversioni in Lallemant.

I sacerdoti, i genitori, i catechisti collaborano con Gesù Pastore.
Per riconoscere la differenza tra Gesù e gli altri pastori, bisogna conoscere, vivere e apprezzare la differenza tra amore vero e amore falso
Ecco questa è la radice della crisi vocazionale (cfr. COMASTRI ANGELO, Gridiamo il Vangelo. Omelie sui vangeli festivi. Anno C, Palumbi, Teramo 2021, pp. 152-157).

Abbiamo visto molta folla (e molto interesse) a Roma per il Giubileo, per la morte del Papa, per il nuovo Papa. Ma ciò davvero si traduce in una vera e concreta vita cristiana?
Esempio delle folle che vedo a Lourdes; alcuni non vanno neanche a Messa la domenica; pochi si impegnano in parrocchia e vivono e impostano l’esistenza in chiave vocazionale.

Gv 10,30. Lo scopo di tutto è l’unità con Lui e fra di noi (cfr. Gv 17, 11.20-23); l’unione con Lui, cioè con la Parola, i Sacramenti, i fratelli, la Chiesa.

 

Prima Lettura
At 14,22. Le tribolazioni si affrontano con la forza del Risorto.

Seconda Lettura
Ecco l’esito finale della resurrezione di Gesù. Ecco la speranza anche in un contesto di persecuzioni.
La vera novità è che Gesù ci dona un cuore rinnovato.
Ap 21,1. Gli Ebrei sono in un certo senso nemici del mare (a differenza dei Fenici).

Vangelo
Gv 13,31-32. “Gloria” significa l’amore generoso. Gesù è modello perfetto di amore ma non è solo modello. La gloria di Dio e l’amore, è come Dio ama e l’amore di Dio si manifesta in riferimento a Giuda.

Dio ci ama perché lo meritiamo o perché io sono grato?
Non si ama …per reciprocità, perché l’altro merita o ci dimostra gratitudine.
“Come il Padre ha amato me, anche io amo voi (Gv 15,9; Vangelo della S. Messa del 14 maggio, s. Mattia): c’è quasi da tremare!!!
Gv 13,34. Il “come” non è solo un buon esempio, un paragone, ma ha una densità ontologica; è il rapporto tra dommatica e Morale. Ecco perché l’Eucarestia è fonte di carità.


Il nostro amore nasce da Lui risorto, dalla Pasqua. l’Eucaristia è fonte di amore

Gv 13,33. Gesù continua a essere presente in mezzo a noi se ci amiamo gli uni gli altri.

Wojtyla: “amare Dio come Dio uomini come uomini e le cose come le cose”. Dio va adorato, le cose vanno usate, gli uomini vanno amati. Ovviamente c’è il rischio di usare gli uomini, di adorare le cose, di servirsi di Dio. Occorre intendersi bene che vuol dire: “io amo la pesca, amo la musica, amo i gelati, amo le donne” …per il mio piacere.
Amare è importante, però bisogna tenere presente questi vari passaggi: posso amare soltanto chi conosco e posso seguire soltanto chi amo; quindi conoscere / amare / seguire.

È l’occasione per riflettere sulla differenza enorme tra etica cristiana ed etica dell’Antico Testamento. Quella cristiana è più esigente o più agevole e più gioiosa?
Gesù tratta bene l’adultera, Zaccheo, Matteo; però fa passare l’adulterio dal corpo al cuore, abolisce il ripudio, chiede di amare i nemici.
Gesù non ci ama in base ai nostri meriti, che non vuol dire che non ci deve essere la nostra risposta o che tale risposta sia automatica, quasi che la Grazia esclude la libertà (in Rosini c’è una chiara tendenza all’eresia luterana; tende costantemente a sottovalutare il ruolo della volontà).
Molto spesso possiamo pensare che il nostro amore sia una questione di sentimenti, emozioni, simpatia, attrazione, interesse, un amore spontaneo, o nel migliore dei casi di volontà.

Siamo chiamati ad amare in base all’esperienza che abbiamo fatto di Dio che ci ama. Occorre farsi visitare dall’amore di Dio.
Amare con l’Amore di Dio, con l’Amore che Dio infonde in noi.
Il nostro amore non può non passare per la conversione: si ama da convertiti, a partire dalla preghiera, dalla vita di Grazia, dai sacramenti: occorre contemplare Lui e la Parola.
E così siamo chiamati a perdonare, ad ascoltare, a saper consigliare.
Differenza enorme tra coerenza e fedeltà.
Se voglio sapere se amo, devo vedere se prego, come uso i talenti, il tempo, come affronto la croce, se imposto la mia vita in chiave vocazionale.
È un amore che comprende sacrificio, fedeltà, purezza, vero bene dell’altro.
Occorre vedere Gesù in ogni persona; mirare a che l’altro capisca che siamo mossi, ispirati e motivati dall’Amore e dalla luce di Dio; sono inseparabili la dimensione verticale e quella orizzontale
Non posso dire che amo Gesù, se non amo il suo Corpo cioè l’Eucaristia e la chiesa.
L’amore nella famiglia è un amore concreto; invece l’amore dei consacrati è un amore universale. L’amore di Cristo è al tempo stesso universale e concreto. Così l’amore universale dei consacrati deve tendere ad essere anche concreto. E l’amore concreto di chi vive in famiglia deve tendere ad essere anche universale.
Se io sono il tralcio (Gv 15,1-5), il tralcio per poter amare deve essere vivo e unito alla vite.

Certamente sono incompatibili l’amare e giudicare.
Io preferisco per caso la giustizia piuttosto che l’amore? So cos’è veramente la giustizia cristiana? È la giustificazione.
E se Dio con me fosse soltanto “giusto”?

Su Gesù glorificato cfr. Gv 12,23-28.

 

Prima Lettura
At 15, 24. “Senza alcun incarico degli Apostoli”: grano e zizzania. Saper distinguere ciò che è essenziale e ciò che è secondario per esempio riguarda la Confessione, la Santa Messa, la Comunione (cfr. COMASTRI ANGELO, Gridiamo il Vangelo. Omelie sui vangeli festivi. Anno C, Palumbi, Teramo 2021, pp. 166-168).
At 15,26. Barnaba e Paolo rischiano la vita per Gesù.
At 15, 28 “Lo Spirito Santo e noi”.

Seconda lettura
Figura nuziale, valore escatologico.
La meta del pellegrinaggio alla fine dei tempi, non per evadere dalla storia.
Amare e sperimentare la presenza di Dio già qui e ora.
Ognuno è chiamato alla santità e ad essere pietra viva.

Vangelo
Alla radice dell’obbedienza devono esserci la gratitudine, la fiducia, l’umiltà, la memoria e l’autodominio.
Dio fa casa in me. Dio abita in me come non solo con l’Eucaristia e non solo in quel momento. Ci penso? In che modo Lo accolgo?
Il rischio della mediocrità e della presunzione.
Saper leggere il passato, che magari ho rifiutato.

Obbedienza
Mt 7,21; 21, 28-32; 26,39.42.
Gv 14,15. 23-24.31; 15,14.
At 4,19; 5,29.32.
Fil 2, 8 (Primi Vespri della domenica).

Gesù ci ha salvato non con la croce, ma con una sintesi di amore e di obbedienza
La perfetta obbedienza la vediamo in Maria e in Giuseppe.
Legame tra obbedienza e pace. Basti pensare al motto episcopale di Papa Giovanni XXIII: “Oboedientia et pax”.
Il contrario lo vediamo in Satana, in Adamo ed Eva, negli ebrei nel deserto in Saul
Gv 14,23 come Gesù fu ospitato a Betania. Mi lascio rinnovare dallo Spirito Santo? Nelle mie scelte e nella preghiera lo Spirito Santo c’entra?
Maria e Gesù sono liberi? Satana è libero?
Chi obbedisce non è libero? Perde la libertà?
Chi in nome dell’amore va contro la legge di Dio fa bene o fa male? chi va contro la legge va contro Dio che è amore. Forse non ama!
L’importante è vedere che libertà e rinuncia non sono contrapposte. Chi pecca fallisce, perde addirittura la libertà.
Ecco la vera fonte della pace (nel cuore, in famiglia, nella Chiesa e nel mondo).
Gesù ci fa capire che cos’è la pace: Lui è stato tradito, odiato, distrutto e promette la pace sia prima sia dopo la Passione. Perdona e pone pace nei nostri cuori: Giuseppina Mauri, Benedetta Bianchi Porro, Massimiliano Kolbe (cfr. ivi pp. 169-170).
Ci sono collegamenti con la preghiera del mese di maggio: il tema del cambiamento e il tema della libertà.