Pensiero serale 08-04-2025

Anche oggi vi presento una preghiera collegata con le letture della s. Messa (Nm 21,4-9 e Gv 8,21-30).«O Padre, Dio d’amore e di pietà, tu hai avuto una così grande compassione per l’uomo da non lasciarlo perire chiuso nella durezza del suo peccato e delle sue ribellioni. Già nell’Antico Testamento hai voluto che il serpente, portatore di morte, si trasformasse, per tuo dono, in operatore di guarigione.Ancor più hai permesso che il tuo diletto Figlio assumesse nel suo corpo tutto l’orrore del peccato, perché chi lo contempla non veda più nel duro supplizio della croce – culmine e sintesi di tutte le crudeltà umane – l’ignominia del disprezzo, ma il mistero di uno smisurato amore. Insegnaci a credere sempre che tu ci sei Padre e che non c’è esperienza devastante di morte, non c’è orrore di peccato che non possa divenire, per il mistero della tua onnipotente compassione, luogo di manifestazione della tua misericordia, segno di vita e speranza» [ANNA M. CÀNOPI e COMUNITÀ DELL’ABBAZIA BENEDETTINA “MATER ECCLESIAE”, ISOLA SAN GIULIO, Oratio, in GIORGIO ZEVINI – PIER GIORDANO CABRA (a cura di), Lectio divina per ogni giorno dell’anno, Queriniana, Brescia, vol. 3, pp. 328-329].Che un serpente potesse diventare simbolo di salvezza non era facile prevederlo. Penso che questo ci debba far riflettere: Dio nel suo immenso Amore è davvero imprevedibile e dobbiamo vincere sempre la tentazione di presumere di poterlo chiudere nelle nostre attese e previsioni. Affidiamoci completamente a Lui e chiediamogli luce, coraggio e perseveranza per capire come rispondere in modo più adeguato a tanto Amore.