Pensiero serale 09-04-2025

Meditando il commento di padre Vanhoye alle letture della s. Messa di oggi (Dn 3 e Gv 8,31-42), ho provato luce, pace e gioia. Prego perché, giunti ormai quasi al coronamento di questa Quaresima, ognuno di voi possa fare un’esperienza profonda di incontro col Signore, con la sua Parola. Come sempre, vi consiglio anzitutto di meditare a lungo le due letture e solo dopo di riflettere sul commento del biblista.«Le due letture di oggi parlano della vera libertà, e Gesù ci dice che il segreto della libertà è l’obbedienza alla sua parola, l’obbedienza a Dio dal profondo del cuore.I Giudei, avversari di Gesù, non sono fedeli a Dio: nel loro cuore ascoltano un’altra voce, quella del diavolo; il loro padre è il diavolo. Infatti, essi vogliono uccidere Gesù non perché abbia fatto qualcosa di male, ma perché dice la verità, quella verità che li infastidisce, perché smaschera le loro opere cattive e le loro intenzioni malvagie.Gesù dice ai Giudei: “Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!”. Noi dobbiamo fare le opere del Padre nostro che è nei cieli, se vogliamo essere davvero suoi figli. Non basta che siamo stati battezzati, ma dobbiamo crescere come veri figli di Dio, ascoltando la sua voce e lasciando che la parola di Gesù si radichi in noi e si impossessi sempre più di tutto il nostro essere. Così, perseverando nella fedeltà alla parola di Gesù, diventiamo liberi.Il Figlio ci fa liberi, se apriamo alla sua parola non soltanto la nostra intelligenza, ma tutto il nostro essere. Quando la nostra vita è guidata dalla parola di Gesù, allora diventiamo sempre più liberi: liberi dal peccato, che ci rende schiavi; liberi dall’invidia, che ci separa dagli altri; liberi dalla pigrizia e dall’orgoglio, che ci paralizzano; e viviamo la libertà dello Spirito di Dio. “Il frutto dello Spirito – dice Paolo – è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge” (Gal 5,22). Questa è la perfetta libertà.La prima lettura ci presenta l’episodio dei tre giovani nella fornace, che è un magnifico esempio di libertà. Essi si rifiutano con fierezza di adorare il potere reale, nonostante il re li perseguiti e minacci di gettarli nella fornace ardente. Il re dice loro: “Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?”. Ma i giovani rispondono con coraggio: “Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace ardente di fuoco e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi”.Questo gesto di libertà condanna i tre giovani a un terribile supplizio: il re comanda di legarli e di gettarli nella fornace di fuoco ardente. Essi ora non sono più liberi, almeno apparentemente, ma Dio li libera miracolosamente dal supplizio. “Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco? – chiede il re -. Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi, il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi”. Assieme ai tre giovani, infatti, c’è l’angelo di Dio, come segno dell’intervento di Dio.Questo racconto costituisce un importante insegnamento per noi: se siamo fedeli a Dio, potremo sentirci liberi in tutte le difficoltà, nelle persecuzioni, persino nel carcere; avremo la vera libertà del cuore; saremo felici anche nei tormenti, “pieni di gioia nelle tribolazioni”, come dice Paolo (2 Cor 7,4; cf. At 5,41). I tre giovani nella fornace cantano le lodi di Dio, perché si sentono liberi, grazie alla vittoria che Dio dona a chi gli è fedele.Questa è la nostra vocazione. Dio la rende possibile per mezzo della passione di Gesù, che ci dà la vittoria sul peccato, su ogni ostacolo, e anche sulla sofferenza e sulla morte. Chiediamo allora al Signore di concederci quella profonda docilità alla sua Parola che ci conduce a questa meravigliosa libertà» (VANHOYE ALBERT, Il pane quotidiano della Parola, volume I – Tempi forti, Edizioni AdP, Roma 2014, pp. 135-136).Le letture di oggi e il relativo commento mi hanno molto colpito per tanti motivi anche personali.Esattamente cinque anni fa cominciai a scrivere il Manuale e misi al centro proprio il rapporto tra verità e libertà (anzitutto nel titolo); ho voluto sottolineare il fatto che l’unica vera libertà consiste nel conoscere la propria verità e nel vivere tale verità nell’obbedienza, come Maria (perciò per la copertina ho scelto l’affresco che raffigura l’Annunciazione). Inoltre, il commento di padre Vanhoye ci aiuta a riflettere sui vizi capitali e in questa Quaresima ho avuto il dono di poterli illustrare nel cammino del sabato sera nei locali della mensa dei poveri nella mia parrocchia, luogo giubilare. Padre Vanhoye mostra in modo splendido che non è opportuno insistere molto sull’importanza del Battesimo, se non evidenziamo che ciò che conta è l’aspetto etico: cioè vivere e crescere da figli. Infine, grazie alla Parola di oggi (e al relativo commento) siamo aiutati a capire meglio il valore molto relativo della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto e il vero scopo della Passione di Gesù.