Qualche volta sono assalito dal dubbio: a che cosa servono questi pensieri serali?Sia la domanda sia il dubbio sono davvero pessimi. Stasera il Signore mi ha ancora risposto. Oltre 23 anni fa comprai un libro e solo oggi ho trovato il commento, che ora vi spedisco, al Vangelo di questo Lunedì Santo (Gv 12,1-11). Forse non avrei cercato e trovato questo testo, se non avessi preso l’impegno dei pensieri serali.Lo stile di queste riflessioni è inconfondibile e dobbiamo essere grati al Signore per aver ispirato l’autore.«L’unguento che Maria spande è il simbolo della comunione nuziale con Gesù espresso dalla comunità cristiana. Celebriamo la chiamata delle nostre comunità cristiane, rappresentate da Maria di Betania, alla comunione totale con Gesù, datore di vita. È lui che trasforma quello che sarebbe dovuto essere il banchetto funebre in memoria di Lazzaro in un banchetto di gioia. È lui che tramuta il fetore insopportabile di un morto “quadriduano” nel profumo che inonda la casa di letizia. È lui che protesta contro tutti i Giuda della terra, i quali considerano sprecato l’unguento prezioso della intimità con Dio e oppongono i poveri al Signore. È lui che rifiuta la “praticità” di tutti coloro che preferiscono l’efficienza del denaro a ogni estasi d’amore e riducono malinconicamente in valuta monetaria anche ciò che non ha prezzo. È lui, insomma, che dobbiamo ricercare nella preghiera di abbandono, nell’esperienza contemplativa e nella consuetudine di vita.Il Signore ci preservi dall’errore di Giuda il quale, insensibile al profumo del nardo, avverte solo il tintinnare dei soldi, e, invece che percepire la lucentezza dell’olio, si lascia sedurre dallo scintillio dell’argento. Qual è questo profumo d’unguento di cui dobbiamo riempire la casa, e qual è questo buon profumo di Cristo che dobbiamo diffondere nel mondo? Il profumo che deve riempire la casa è la comunione. Naturalmente, come quello comprato da Maria di Betania, l’olio della comunione ha un prezzo carissimo. E noi dobbiamo pagarlo, senza sconti, con tanta preghiera, anche perché non è un prodotto commerciale in vendita nelle nostre profumerie, né è frutto dei nostri sforzi titanici. È un dono di Dio che dobbiamo implorare senza stancarci. Ma l’otterremo, ne sono certo; e il suo profumo riempirà tutta la nostra Chiesa (BELLO ANTONIO, Lessico di comunione, Terlizzi 1991, pp. 69-75, passim).Come sempre, auguro a ognuno di meditare bene la pagina del Vangelo e poi di applicare le riflessioni di Tonino Bello alla nostra vita, al nostro modo di pensare, alle nostre scelte.