Pensiero serale 16-06-2025

Stasera vi invito a meditare ancora sulla bellissima Festa di ieri grazie al prezioso commento di don Fabio.« “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”.C’è una gradualità nella vita spirituale, perché è analoga a quella biologica, ed in entrambe esiste una nascita, un’infanzia e una maturità. Si parte da una prima luce sulla verità, ci si incammina con un buon orientamento, si inizia a vivere sempre più nella verità, e si va verso un compimento. È un processo graduale, la meta è oltre questa esistenza terrena.Abbiamo spesso pensato, in modo grossolano, che la verità la conosciamo oppure no, ma nella verità si entra piano piano, e ci vuole una vita per aprirsi alla verità, per scoprire che lei era sempre lì ad aspettarci, e che finalmente abbiamo iniziato a vedere meglio e a lasciarci cambiare. Come succede questo?“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”.La verità non si conquista ma si è condotti fino ad essa.Lasciarsi guidare non è semplice, perché implica il relativizzarsi, il mettere in discussione quel che diamo per certo. La verità è più grande di noi, e sappiamo che resteremo sempre discepoli della verità, mai proprietari.Ma la verità è un’astrazione? Un concetto da capire? Una dottrina?“Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità perché non parlerà da sé stesso”.Il Maestro della verità è umile e per dire la verità non parte da sé, non consegna la verità come un pacco qualsiasi, ma come conseguenza di una relazione. Ad esempio: altro è parlare di cosa è un bambino sulla base di un corso accademico, altro è diventare padri o madri. Quando si parla del proprio bimbo è tutta un’altra cosa. In genere si capisce se uno sta parlando di Cristo perché ha studiato teologia o perché è stato salvato da Cristo. Nel secondo caso non si parla di sé ma di Lui, e lo Spirito Santo non è più un’idea o una regola ma un’esperienza.Lo Spirito Santo stesso, dal cuore stesso di Dio, “dirà tutto ciò che avrà udito”. Dà risonanza di una parola ascoltata.Ma farà anche altro “e vi annuncerà le cose future”.Potremmo pensare ad un oracolo o cose simili. No, è ben altro: se il nostro cuore si apre alla guida interiore dello Spirito Santo, verrà piano piano portato alla verità intera, che è Dio stesso, che è il Signore Gesù e il Padre suo, cioè alla vita intima di Dio. E conoscendo “tutto quello che il Padre possiede” conoscerà l’amore, la generosità e la misericordia che è in Lui.Qualcuno ha detto che l’uomo è la sua relazione con il futuro, che dal suo modo di pensare cosa ha davanti a sé tutto cambi. Se il mio futuro è un cielo nero senza stelle, io vivo nell’oppressione, e tutto può divenire angosciante. Se il mio domani è nelle mani di un Padre buono che provvede, so già cosa mi viene incontro: sta arrivando la Provvidenza: conosco dove porta la mia strada e Chi sta guidando la mia esistenza. Bisogna imparare l’arte di lasciarsi annunciare le cose future dallo Spirito Santo e non dalle nostre proiezioni ingannevoli o ansiose.Conosco il mio futuro, so dove va la mia vita: verso il Padre» (ROSINI FABIO, Di Pasqua in Pasqua. Commenti al Vangelo domenicale dell’anno liturgico C, San Paolo, Cinisello Balsamo 2024, pp. 125-127).Di questo bellissimo commento mi hanno molto colpito due punti: il riferimento al bambino e l’ultima frase.Chi mi incontra si rende conto che io della ss. Trinità ho fatto davvero esperienza? Nel mio cuore rifletto su tale esperienza? È una esperienza statica o è un continuo dinamismo di crescita nella gioia e nella luce, anche se spesso è una “Via Crucis”? Tale esperienza orienta i miei passi, i miei sentimenti, le mie decisioni?Riguardo all’ultima frase, è evidente che, come dice giustamente don Fabio, corriamo spesso il rischio di ingannarci o di diventare preda dell’ansia per tanti motivi, ma, se ho capito dove va veramente la mia vita, appunto verso il Padre, io dovrei esultare sempre nella speranza, anche alla luce di una frase di san Paolo. Forse di tutto il suo epistolario, è quella che preferisco: 1 Cor 7,29-31.