Stasera non vi spedisco un pensiero e neanche una preghiera, ma cinque brevi pensieri che ho letto in questi giorni e che ho apprezzato. Spero che saranno utili anche a voi.«Quando i malati hanno ricevuto la Comunione esortiamoli a contemplare il Signore, a chiedergli perdono e la grazia di non offenderlo più. Il tempo subito dopo la santa Messa è il più propizio per domandare grazie a Dio» (San Camillo de Lellis).«La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle» (Sant’Agostino d’Ippona).«Non potevo stare tra gente che dice di attendere la vita eterna, il ritorno di Cristo in gloria, il mondo nuovo …con la stessa indifferenza con cui si aspetta il tram!» (Ignazio Silone).«La vera preghiera non è quando Dio sta ad ascoltare ciò che noi gli domandiamo; ma quando l’orante continua a pregare fino a che sia egli colui che ascolta: che ascolta ciò che Dio vuole» (Søren Kierkegaard). «Se amo il mondo come lo ama Dio, già con questo lo sto cambiando: è già mutato un primo frammento del mondo, che è il mio cuore» (P. Dimitri).Il primo sembra specifico per chi ha l’altissimo compito di donare l’Eucaristia agli ammalati e agli anziani nelle loro case o negli ospedali. Invece, dà un consiglio prezioso per ognuno. Certamente è importantissimo verificare con quale preparazione ci rechiamo alla s. Messa; inoltre siamo chiamati a partecipare con la massima attenzione e con fervente amore, ma è vero che forse rischiamo di dare poca importanza al tempo successivo alla celebrazione. Senza trascurare la dimensione comunitaria (io quasi piango pensando che tante persone partecipano alla stessa s. Messa, nella stessa chiesa, magari per anni e magari non si conoscono neanche; o, peggio, si guardano con poca carità e molto “giudizio”), credo che al termine della s. Messa dovremmo sostare per più tempo con immensa, adorante gratitudine per il Dono davvero inestimabile (se ne siamo consapevoli).Sugli altri pensieri spero di darvi un commento nei prossimi giorni.