Il testo, che vi do stasera, mi è stato donato da una persona che conosco da quasi venti anni. È una pagina non facile, ma molto intensa.«Quello che il Salmo chiama il tuono di Dio è entrato nel silenzio di un abbraccio sulla croce. Onnipotenza divina travestita nella nuda povertà di Dio denudato della sua onnipotenza per toccare la mano dell’uomo tremante di peccato e riportare deserti assetati a verdi crinali di primavera nel mattino di Pasqua, quando il grido blasfemo del “crucifige” si spegne nel canto delle campane suonate dagli angeli su tutta la Terra. Il loro suono arriva anche a te che nella scacchiera del mondo sei una pedina perdente che vivi tra le parentesi della Storia che una religione senza Dio ha battezzato come ultimo. Arriva anche a te vacillante nel tuo cammino. Quella stella che guidò i Magi al mistero di Gesù incarnato guiderà anche te al mistero di Gesù risorto. Arrivi anche a te ubriaco di onnipotenza usurpatore del diritto di uccidere che non cammini più con gli occhi di una stella. Le campane suonano anche per te in quel letto di dolore a raccontarti con le parole di Giovanni che un giorno anche tu potrai essere annoverato tra “coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello”. Quel tuo letto è la tua croce ma è anche il tuo altare di preghiera che oltre il buio della notte s’innalza alla luce trascolorante di cieli screziati d’Infinito».Il mistero pasquale ci mostra il legame indissolubile che unisce il Venerdì Santo e la Risurrezione. Se vedo o se vivo solo il Venerdì Santo sono uno sconfitto, un disperato. Se considero solo la Pasqua, sono un povero illuso che non ha capito la fecondità del sacrificio.Gesù risorto e vivo è nella sua Persona la certezza che la sofferenza non ha l’ultima parola, ma è la sola via per la fecondità e la santità (vi segnalo Gv 12,24). Però dobbiamo vivere il cammino della croce con fiducia, con amore, con speranza, soprattutto sempre uniti con il Salvatore.