Ritengo importante tornare ancora sulla festa di domenica scorsa, il “Corpus Domini”. Perciò vi segnalo alcune frasi pronunciate dal Papa nel corso dell’omelia.«Salvando le folle dalla fame, infatti, Gesù annuncia che salverà tutti dalla morte. […] Cristo è la risposta di Dio alla fame dell’uomo, perché il suo corpo è il pane della vita eterna: prendete e mangiatene tutti! L’invito di Gesù abbraccia la nostra esperienza quotidiana: per vivere, abbiamo bisogno di nutrirci della vita, togliendola a piante e animali. Eppure, mangiare qualcosa di morto ci ricorda che anche noi, per quanto mangiamo, moriremo. Quando invece ci nutriamo di Gesù, pane vivo e vero, viviamo per Lui. Offrendo tutto sé stesso, il Crocifisso Risorto si consegna a noi, che scopriamo così d’essere fatti per nutrirci di Dio» (LEONE XIV, Omelia, 22-6-2025). Gesù «trasforma il pane in sé, per trasformare noi in Lui. Vivo e vivificante, il Corpus Domini rende noi, cioè la Chiesa stessa, corpo del Signore» (ivi).Come vedete, non vi ho proposto un brano molto lungo, così forse è più facile meditare bene su ogni espressione. Da oltre 40 anni sono sempre più convinto che il centro di tutto non può non essere la “verità dell’uomo”. Con questa espressione voglio dire che ogni mia valutazione, tutto il mio discernimento, il mio pormi verso la realtà, il prendere qualsiasi decisione non può non scaturire dall’idea che ho dell’uomo. In tal senso, io ho sempre ritenuto del tutto secondario addirittura partecipare alla s. Messa e pregare. Tutto ha senso solo in base a ciò che ho capito di me stesso, a partire dall’incontro con Gesù. Ciò che io penso, ciò che io desidero, ciò cui aspiro, dev’essere per il mio bene e per il bene di chi mi circonda, delle persone che incontro, di coloro cui voglio bene. Ecco il punto: cos’è il bene, se non la differenza tra il Vero Bene e i falsi beni? La differenza la fa proprio Gesù, e l’incontro con Lui. Lui, solo Lui, è il Bene, il sommo Bene. A questo livello, ha senso parlare di Eucaristia. Se ho capito il mio bene e il bene degli altri alla luce di Gesù, tutto ciò non può non avere come ovvia conseguenza un mio rapporto strettissimo con l’Eucaristia. Io tremo vedendo tanti cristiani che, pur avendo la possibilità di andare spesso alla S. Messa e all’adorazione eucaristica, si regolano in termini giuridici, cioè in base all’osservanza della regola, adempiendo ciò cui siamo obbligati (in parole semplici: il meno possibile).Io penso che tutti non possiamo non tenere alla vita. Ora io intendo la vita a partire dall’Eucaristia e da Gesù? Mi pare che tutto questo l’afferma il Papa nell’omelia di domenica scorsa. Mi ha colpito la differenza tra il cibarsi di qualcosa di morto o di Gesù vivo. A questo punto, è facile capire che per una persona, che davvero crede, parlare di “morte” non ha più senso. La morte biologica è solo l’ingresso nella Vita più piena. Vari decenni fa ho letto questa frase stupenda: “Signore, fa’ che la morte mi trovi vivo”.