Pensiero serale 28-04-2025

Ho la vaga impressione che, da quando il Papa è morto, tante persone, che normalmente non hanno contatti col Vangelo e con Gesù, si dedicano a mille ragionamenti, discorsi, articoli, dichiarazioni… su papa Francesco, sulla Chiesa, sui cardinali, sul prossimo conclave… Io resto del parere che la fede è anzitutto esperienza di silenzio, di preghiera e di docilità allo Spirito Santo. Ieri mi sono imbattuto (nel senso che non l’ho cercato!) su un pensiero di un Papa che ritengo davvero immenso. Ve lo propongo stasera. Sono sicuro che ne trarrete giovamento.Il tema è il rapporto tra la partecipazione alla s. Messa e l’adorazione eucaristica.«Stare tutti in silenzio prolungato davanti al Signore presente nel suo Sacramento, è una delle esperienze più autentiche del nostro essere Chiesa, che si accompagna in modo complementare con quella di celebrare l’Eucaristia, ascoltando la Parola di Dio, cantando, accostandosi insieme alla mensa del Pane di vita. Comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale. Invece, nella vera comunione, preparata dal colloquio della preghiera e della vita, noi possiamo dire al Signore parole di confidenza, come quelle risuonate poco fa nel Salmo responsoriale: “Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: / tu hai spezzato le mie catene. / A te offrirò un sacrificio di ringraziamento / e invocherò il nome del Signore” (Sal 115,16-17)» (BENEDETTO XVI, Omelia, 7-6-2012).