Pensiero serale del 22-11-2023

bibbia

Ieri dicevo che la riflessione di padre Cantalamessa non era proprio recentissima. Infatti nella seconda parte, che vi presento stasera, c’è un riferimento alla IV “Conferenza Mondiale sulla Donna”, che si era svolta a Pechino nel mese di settembre 1995. È bene considerare che san Giovanni Paolo II, dopo la “Mulieris dignitatem” indirizzata alle donne il 15 agosto 1988, il 29 giugno 1995 si rivolse di nuovo alle donne con una Lettera, proprio riferendosi alla Conferenza che si sarebbe tenuta a Pechino pochi mesi dopo (settembre 1995). Credo che tali interventi di papa Wojtyla andrebbero studiati e attuati!
Ecco ora la seconda parte del commento di padre Cantalamessa, sempre in riferimento alla Prima Lettura di domenica scorsa. Mi colpiscono molto due punti: il riferimento alla guarigione del cuore e il rilievo dato allo Spirito Santo. È curioso e divertente il breve racconto relativo alla figlia del re di Francia.

«Il mondo ha bisogno delle donne non solo fino ai venticinque anni; ne ha bisogno anche dopo. Ha bisogno della loro anima, non solo del loro corpo! Perciò basta con questo spettacolo della donna ridotta soltanto al suo corpo, ai suoi seni e poco più. È uno strumentalizzare la donna, ridurla a cosa. Per fortuna ora comincia a levarsi contro questo andazzo anche qualche voce laica: “Che bisogno c’è – ha scritto di recente un’autorevole esponente laica del governo – di mettere sistematicamente donne nude sulla copertina di settimanali che si dicono di attualità e cultura?”.
Ma, statemi bene a sentire, sorelle donne: voi non siete solo vittime di questa situazione, siete anche, almeno in parte, complici. Nella Genesi Dio parla ad Eva e le dice: “Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà” (Gen 3,16). Una parola che descrive meglio di interi trattati la sorte della donna nella storia. Tu donna, dopo il peccato, sarai attratta da tuo marito, sarai dominata dall’istinto di piacere all’uomo, e non ti accorgerai che l’uomo userà proprio questa situazione per dominarti. Ed è esattamente quello che avviene.
Qual è la vostra parte di complicità in tutto questo? Se mi è lecito parlarvi un po’ francamente, direi questo: non dovete concepire la vita solo in funzione dell’uomo, non dovete solo scommettere tutto sul fatto di piacergli e attrarre la sua attenzione e il suo sguardo cupido. Se fate così la conseguenza è inevitabile: resterete schiave, l’uomo vedrà in voi solo il sesso e lo userà per la pubblicità, per la pornografia, per tutto quello che gli fa comodo.
C’è stata una conferenza mondiale dell’ONU a Pechino sulle donne. Tutto il mondo oggi parla della parità di diritti dell’uomo e della donna. È certamente un segno dei tempi, una cosa bellissima. Però se ci limitiamo a redigere “carte” sui diritti della donna e non avviene una guarigione profonda nel cuore della donna stessa, Pechino e tutte le altre conferenze non serviranno a niente, e tutto il parlare che si fa oggi sui diritti della donna rimarrà lettera morta.
La donna (come del resto anche l’uomo) ha un alleato potente in questo cammino di autentica liberazione: lo Spirito Santo. “Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è la libertà” (2 Cor 3, 17). È lui che “attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio” (Rm 8,16). Che ci dà, cioè, il vero senso della nostra dignità e libertà. Si legge che la figlia di un re di Francia era solita trattare molto duramente la sua giovane cameriera. Un giorno, irritata, le disse: “Non sai forse che sono la figlia del tuo re?”. La giovane le rispose calma: “E tu non sai che io sono la figlia del tuo Dio?”. Lo Spirito Santo l’aveva bene istruita!
In ebraico il nome dello Spirito Santo, Ruach, è femminile. Ma anche senza far troppo leva su questo fatto, è certo che c’è una affinità, una connivenza, una certa complicità tra lo Spirito Santo e la donna. Egli è chiamato, nella Scrittura, il Paraclito, cioè consolatore; è chiamato anche “Spirito della vita”; colui che “riscalda ciò che è gelido e risana ciò che è ferito”. E chi, più della donna, condivide, nell’ambito umano, queste prerogative?
Nel Cantico delle creature, san Francesco fa l’elogio della luna e delle stelle dicendo: “Laudato si’, mi Signore, per sora luna e le stelle: in cielo l’hai formate clarite, et pretiose et belle”. Vorrei applicare questo elogio alle donne e dire: Laudato si’, mio Signore, per le nostre sorelle donne: in terra l’hai formate, luminose, preziose e belle”» (RANIERO CANTALAMESSA, Gettate le reti. Riflessioni sui Vangeli. Anno A, Piemme, Casale Monferrato, 2002, pp. 333-334).

MARCELLO DE MAIO