Pensiero serale del 23-03-2024

Ecco il commento di don Fabio Rosini alle letture di questa domenica.

 

«Domenica delle Palme

Mc 14,1 – 15,47

La Domenica delle Palme è dedicata alla proclamazione del Passio. Letterariamente parlando, i Vangeli sono lunghe preparazioni alla narrazione della Pasqua di nostro Signore, momento in cui cambia nettamente il ritmo del racconto. Siamo nel cuore del Vangelo, e va sempre ricordato che passione e morte sono solo una parte di un pezzo unico, il quale, senza la risurrezione, è incompleto.

Questa unità è costituita, però, di elementi talmente importanti che la sua proclamazione vocale non è sufficiente: bisogna “celebrare” questo testo, non basta leggerlo o ascoltarlo. Non c’è qualcosa da capire, ma da vivere.

In effetti stiamo entrando nella Settimana Santa, e questa si apre con una liturgia movimentata, coinvolgente, che, solo per dirne qualcosa, parte da una processione gioiosa e implica la ricezione di un segno come quello dei rami di ulivo o delle palme stesse; la liturgia ci porterà a inginocchiarci nel momento della lettura della morte di Gesù, ci chiederà di agitare i rami di ulivo durante l’osanna del Sanctus.

Questa domenica introdurrà altri gesti: una lavanda dei piedi, un bacio sulla croce in un giorno di digiuno e infine una notte di veglia festosa, per dire i principali. Insomma, siamo nel tempo in cui tutto il corpo deve essere coinvolto – come sempre – nella liturgia.

Perché la salvezza che il nostro Signore ci porta non è solo una visione diversa delle cose. È con tutto il suo corpo, e per mezzo del suo corpo che ci salva; e salva tutto il nostro corpo, non solo le nostre deduzioni. È nel suo vero corpo che, passando per la Pasqua, arriverà fino al Padre.

Riceverà del profumo sul capo, perché Cristo vuol dire “unto di olio profumato”; consegnerà nel pane e nel vino il segno sacramentale della sua carne e del suo sangue; prostrato a terra nel Getsèmani invocherà il Padre celeste con la parola labiale di un bimbo, “Abbà”, mentre si sta consegnando alla più terribile delle prospettive; verrà tradito con un bacio, e gli metteranno le mani addosso; e riceverà sputi, botte, schiaffi; sul suo capo andrà una corona di spine, e sarà inchiodato mani e piedi, ossia sarà crocifisso. Per stare solo ai dati sommari della Passione nel Vangelo secondo Marco. Nel suo vero corpo risorgerà, perché, appunto, nel suo vero corpo è stato ucciso.

La sua salvezza non la si assimila con un libro o una conferenza, ma con i sacramenti, con atti liturgici che sigillano e innescano le opere della grazia nella nostra vita.

Tertulliano, nel III secolo, affermava: “Caro salutis est cardo” (Tertulliano, De carnis resurrectione, 8,3; PL 2,806), “la carne è il cardine della salvezza”. Se a questa Settimana Santa ci avviciniamo per “capire”, ci scivolerà addosso inutilmente. Se desideriamo che incida sulla nostra esistenza, bisogna permettere che scriva sul nostro corpo, nelle liturgie, nel digiuno, nella preghiera, sfruttando le occasioni che la Provvidenza ci regala per fare atti di comunione e di misericordia. La Pasqua si porta tatuata, incisa nel corpo. Con il corpo siamo stati amati. Con il corpo amiamo» (FABIO ROSINI, Di Pasqua in Pasqua. Commenti al Vangelo domenicale dell’anno liturgico B, San Paolo, Cinisello Balsamo 2022, pp. 88-90).

 

Quando penso al corpo, penso ovviamente che Dio, per salvarci, ha assunto la carne. Quindi la mia carne, il mio corpo sono chiamati a essere uniti a Lui. Il mio corpo ha bisogno di essere redento da Lui. 

Vivere il corpo in modo cristiano significa pensare a come Gesù e anche sua Madre hanno vissuto la corporeità. 

In che rapporti sto col Corpo di Cristo che è l’Eucaristia? Penso all’importanza dell’adorazione eucaristica? So che, oltre al minimo della s. Messa domenicale, posso puntare a un appuntamento più frequente, anche nei giorni feriali? Amo i miei fratelli sapendo che ciò che faccio al loro corpo lo faccio a Gesù in persona? Pensiamo all’altissimo compito dei medici! 

Cosa penso della Chiesa? La vedo come una qualsiasi associazione umana, un centro di potere oppure, tenendo presente At 9, 5, la amo sapendo che è mia Madre e che è il Corpo di Gesù?

Vi confido che, quando penso al corpo, il mio cuore e la mia mente volano al dono più grande che un Santo ha fatto alla Chiesa, cioè alle catechesi sulla “teologia del corpo” di san Giovanni Paolo II. Studiando nella preghiera questo capolavoro, ho capito meglio che l’essenza della vita è l’amore e che l’amore è dono, impegno, sacrificio, conversione, redenzione, pudore, umiltà, obbedienza e tutto ciò dev’essere al centro delle due scelte fondamentali: il matrimonio e la vita consacrata. Visto che domani ci scambieremo le palme, facciamo in modo che anche questo non sia un rito consumistico, ma esprima la ferma volontà di vivere Mt 5,9. 

Spesso mi diverto a citare la Bibbia senza riportare il contenuto dei vari versetti, sperando che chi non lo fa ancora decida di aprire spesso questo Libro che non è semplicemente un libro (o una biblioteca di 73 libri), ma il messaggio di Amore di un Dio che si è fatto carne per Amore di ciascuno di noi.