Pensiero serale del 20-12-2023

bibbia

Credo che molti di noi abbiamo sentito parlare della Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede, resa nota lunedì scorso, 18 dicembre. Per ora preferisco non esprimermi su tale documento. Mi limito a precisare che è in gioco, almeno da 11 anni, il tema delicatissimo dell’attuabilità della norma morale. Per chi intende approfondire tale argomento rinvio all’apposita voce, presente a pag. 698 dell’Indice analitico del mio Manuale.

Penso che sia bello intendere il ruolo della Grazia nella vita morale a partire dal Vangelo di oggi, che non a caso ho scelto di porre sulla copertina del mio libro. Ecco un commento molto intenso e profondo di don Fabio Rosini proprio all’episodio dell’Annunciazione. Vi invito a riflettere su questo tema: l’apertura della carne alla vita di Dio. La carne ci ricorda la corporeità, anche la sessualità, anche il matrimonio, anche i gravissimi peccati contro la purezza. Mi colpisce e mi addolora moltissimo ciò che afferma giustamente don Fabio “Abbiamo fatto un cristianesimo possibile, ordinario, prevedibile, plausibile, e siamo diventati irrilevanti”: un’affermazione che oggi mi pare addirittura tragica, ma occorre sperare contro ogni speranza (cfr. Rm 4,18).

«“Ecco concepirai un figlio lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”.

Dire a una promessa sposa che avrà un bimbo non è così sorprendente. L’angelo ha usato il semplice futuro per una cosa bella e attesa: sposarsi e avere un figlio. Si poteva capire così. È un bell’augurio.

L’angelo dice che Dio “darà il trono di Davide suo padre” a questo bimbo. Questi sono i termini del Messia. Ma – sembrerà strano – anche questo non è così inconcepibile: lo sposo di Maria è Giuseppe, “un uomo della casa di Davide”, un discendente del Re dalla cui stirpe sarebbe venuto il Messia: prima o poi sarebbe successo. Pare che proprio Giuseppe sarà il padre del Messia, il “figlio di Davide”.

La cosa veramente strana è la domanda di Maria: “Come avverrà questo poiché non conosco uomo?”. Ragazza mia, non sei informata? Non sai come nascono i bambini? No, questa giovane non è così stupida, non è questo quel che sta domandando, e il riferimento al “conoscere uomo” è chiaro: nel linguaggio semitico “conoscere” vuol dire avere intimità, e in questo caso indicherà il rapporto sessuale. Ma che razza di domanda è? Lei non capisce quello che avremmo capito tutti: ti sposerai con un discendente di Davide e ti nascerà un figlio che sarà il Re atteso. Una cosa enorme grandiosa, certo, ma secondo natura. A Lei questo non basta, ha qualcosa da chiedere.

Pensa: mi appare un angelo per dirmi cose secondo natura? Solo questo? Certo, il Messia è roba grossa …ma Lei domanda: “Come avverrà questo?”- è nell’ordine della natura o è altro? La sua domanda è sul “come”, sulla modalità, e apre la prospettiva più inaudita: nasce da uomo questo bimbo? Io “non conosco uomo…”. È una notazione ardita. Che vuoi dire, giovane donna?

Che Dio non rompe il silenzio per dire qualcosa che può succedere perché possibile. Lo stesso angelo, sei mesi prima, ha annunciato il parto di un bimbo, Giovanni il Battista, da una donna sterile. È questo l’ordine delle cose per cui Dio squarcia l’abisso della distanza che c’è fra noi e Lui.

Insomma, “come” nasce questo bimbo straordinario? 

“Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. Dio in persona compirà questa opera in te. “Colui che nascerà sarà santo”. Santo è solo Dio.

Hai visto giusto: siamo nell’ordine dell’impossibile, “Nulla è impossibile a Dio”.

È questo quel che accadrà: d’ora in poi la carne umana sarà aperta alla vita di Dio.

Dio non è venuto in Maria per qualcosa che potevamo fare da soli. Maria si apre all’opera di Dio in lei, a quel che non nasce da uomo ma da Dio viene generato.

È a questo che siamo chiamati: non al possibile ma all’impossibile. A quel che Dio può fare in noi. “Beata Maria perché hai creduto”.

Abbiamo fatto un cristianesimo possibile, ordinario, prevedibile, plausibile, e siamo diventati irrilevanti, perché abbiamo dimenticato che in ogni atto veramente cristiano c’è da credere nell’impossibile, c’è da credere nell’irruzione di Dio stesso, c’è da credere nello straordinario. Si chiamano opere di vita eterna» (ROSINI FABIO, Di Pasqua in Pasqua. Commenti al Vangelo domenicale dell’anno liturgico A, San Paolo, Cinisello Balsamo 2022, pp. 21-23).