Pensiero serale 02-07-2025

Prima di passare ad altri argomenti, stasera resto ancora sul tema dell’esame di coscienza. Vi segnalo un altro autore, un padre gesuita molto esperto sul tema decisivo del discernimento. Vi prego di meditare molto (sarebbe meglio uno studio approfondito!) sul rapporto tra coscienza e discernimento. Il tema della coscienza praticamente coincide col grande tema del “cuore” e quindi non possiamo non pensare a come preghiamo, in quanto nella preghiera dovremmo aprire il cuore alla luce e alla voce di Dio. Anche su questi punti mi permetto di rinviare al mio Manuale (ancora cap. XIII, § 7.1., a pag. 567).Padre Fausti presenta un elenco di possibili difetti su cui imperniare l’esame particolare: irascibilità, impazienza, litigiosità, spirito di contraddizione, incapacità di ascolto, pignoleria, intolleranza, remissività, trascuratezza, brontolamento, maldicenza, precipitosità, pigrizia, intemperanza o un disordine di qualsiasi tipo che attenua o blocca la mia libertà (cfr. FAUSTI SILVANO, Occasione o tentazione? Scuola pratica per discernere e decidere, Àncora, Milano 1997, pag. 51).È anche vero, però, che l’esame di coscienza non deve essere inteso solo in modo negativo, ossia come arido elenco di peccati. Perciò, è interessante la prospettiva che ci dona papa Francesco. «Prima di andare a letto il cristiano pensa a cosa è successo, a cosa ha detto il Signore, cosa ha fatto lo Spirito Santo in me. Ho sentito lo Spirito Santo, o ho guardato dall’altra parte? Questo esercizio dell’esame di coscienza ci fa bene, perché è prendere proprio coscienza di quello che nel nostro cuore ha fatto il Signore in questo giorno, ha fatto proprio lo Spirito Santo. Chiediamo la grazia di abituarci alla presenza di questo compagno di strada: lo Spirito Santo; di questo testimone di Gesù che ci dice dove è Gesù, come trovare Gesù, cosa ci dice Gesù» (FRANCESCO, Omelia Un compagno di strada, 6 maggio 2013).