Pensiero serale 08-03-2025

Stasera, come al solito, possiamo meditare il Vangelo di domani grazie al commento di don Fabio.«La prima domenica della Quaresima proclama il testo delle tre tentazioni.Perché Gesù deve essere tentato? E ancora: perché l’uomo stesso deve subire la tentazione? La parola “tentare” sia in latino (e in italiano), sia in greco, sia in ebraico, ha lo stesso doppio significato: “provare” vuol dire allo stesso tempo “mettere in difficoltà” e “avere certezza”. L’espressione “sto avendo una prova” può voler dire sia “sto vivendo una difficoltà” che “sto ricevendo una conferma”.Una certezza affidabile è quella che è passata per un test, il quale implica una “condizione limite”, come si fa nelle prove industriali. Il Vangelo di Luca sottolinea così questo aspetto: “Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame”. Gesù è morso da una fame radicale. Siamo nel pieno della prova sotto sforzo.Come si verificano i rapporti? Come si sa se un’amicizia è vera? Nelle situazioni di conflitto e di difficoltà, dove le persone rivelano di che pasta son fatte, cosa hanno veramente nel cuore. Ad esempio: un uomo è veramente generoso? Lo si vede nella precarietà: se nelle difficoltà non diviene gretto e continua a condividere, allora sì, è proprio generoso.Gesù è guidato dallo Spirito, dice esplicitamente Luca, proprio nella situazione estrema, che poi è il luogo del ministero grottesco del “diabolos” – dal verbo greco “dia-ballo”: “dividere, separare” – ossia, lì dove la persona pare smarrire la sua sorgente di integrità, dove può divenire pusillanime, incompiuta.Il tentatore gli dice: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. In ballo c’è la sua persona, la sua identità: vivere nella carne umana la sua dimensione di Figlio di Dio.Cosa significa essere vero Dio e vero uomo? Essere uomini, di per sé, vuol dire vivere sull’orlo del nulla; l’uomo deve – più o meno consapevolmente – sopravvivere alla sua inconsistenza.Per questo ha varie soluzioni, e Luca le presenta in ordine antropologico: la prima cosa a cui ci si attacca sono i bisogni fisiologici, cercare il pane anche fra le pietre; al secondo livello viene la rassicurazione degli oggetti, la via del possesso e del potere; al terzo stadio ci si rifugia nella mente, nei progetti, dove si assolutizzano le proprie “trovate” e si sacrifica tutto per un’idea.In tutti e tre i casi la tentazione spinge a forzare la mano per assolutizzare qualcosa: l’appetito, il possesso, i progetti.È questo che rende brutta la vita: vivere per il proprio stomaco, essere posseduti dalle cose nell’illusione di possederle, ed incastrarsi nelle aspettative perdendo la capacità di rispettare i tempi e le condizioni della realtà.Ma Cristo introduce la vita nuova dei figli di Dio, nella quale i bisogni sono lo spazio della provvidenza di Dio e si vive delle sue parole di Padre; allora si diviene liberi dalle cose perché si è imparato a dare culto solo a Lui; e non si ha più bisogno di forzare la mano a Dio perché si vive nell’abbandono.Gran bel tempo la Quaresima: è il tempo della liberazione dagli inganni» (ROSINI FABIO, Di Pasqua in Pasqua. Commenti al Vangelo domenicale dell’anno liturgico C, San Paolo, Cinisello Balsamo 2024, pp. 81-83).Aggiungo poco perché sono già riflessioni molto dense e impegnative. Auguro a me e a voi di saper individuare le tentazioni e di saperle affrontare con umiltà e vigilanza, soprattutto con molta preghiera e vivendo sempre in stato di Grazia.