Pensiero serale 14-03-2025

Come vi accennato ieri, ora voglio donarvi il pensiero di papa Wojtyla sulle cause del calo delle nascite e sulla vera soluzione.
Io non conosco un documento più profondo e più ricco di “Familiaris consortio” sul tema della famiglia e della vita. Vi dono buona parte del n. 30 di tale Esortazione Apostolica.

«Il progresso scientifico-tecnico, che l’uomo contemporaneo accresce di continuo nel suo dominio sulla natura, non sviluppa solo la speranza di creare una nuova e migliore umanità, ma anche un’angoscia sempre più profonda circa il futuro. Alcuni si domandano se sia bene vivere o se non sia meglio neppure essere nati; dubitano, se sia lecito chiamare altri alla vita, i quali forse malediranno la propria esistenza in un mondo crudele, i cui terrori non sono neppure prevedibili. Altri pensano di essere gli unici destinatari dei vantaggi della tecnica ed escludono gli altri, ai quali vengono imposti mezzi contraccettivi o metodi ancor peggiori. Altri ancora, imprigionati come sono dalla mentalità consumistica e con l’unica preoccupazione di un continuo aumento di beni materiali, finiscono per non comprendere più e quindi per rifiutare la ricchezza spirituale di una nuova vita umana. La ragione ultima di queste mentalità è l’assenza, nel cuore degli uomini di Dio, il cui amore soltanto è più forte di tutte le possibili paure del mondo e le può vincere.
È nata così una mentalità contro la vita (anti-life mentality), come emerge in molte questioni attuali: si pensi, ad esempio, a un certo panico derivato dagli studi degli ecologi e dei futurologi sulla demografia, che a volte esagerano il pericolo dell’incremento demografico per la qualità della vita.
Ma la Chiesa fermamente crede che la vita umana, anche se debole e sofferente, è sempre uno splendido dono del Dio della bontà. Contro il pessimismo e l’egoismo, che oscurano il mondo, la Chiesa sta dalla parte della vita: e in ciascuna vita umana sa scoprire lo splendore di quel “Sì”, di quell’ “Amen”, che è Cristo stesso (cfr. 2Cor 1,19; Ap 3,14). Al “no” che invade ed affligge il mondo, contrappone questo vivente «Sì», difendendo in tal modo l’uomo e il mondo da quanti insidiano e mortificano la vita» (S. GIOVANNI PAOLO II, Familiaris consortio, 22-11-1981, n. 30).

Il Papa ci invita a individuare la vera radice del calo delle nascite: una vera e propria mentalità (anti-life mentality). Il tutto si collega col tema della speranza, che è al centro di questo Giubileo.
Io sono sempre più certo che la cosa importante non è sperare, in quanto tutti tendiamo a sperare. Il punto decisivo è coltivare la vera speranza. Io non devo sperare che il Signore mi dia ciò che io più o meno desidero, ma devo fondare la mia speranza solo in Lui per arrivare semplicemente a realizzare ciò che Lui desidera da me e dai miei fratelli.
Fra pochi giorni ricorderemo san Giuseppe. Egli certamente aveva i suoi progetti umani. Penso che Dio glieli abbia quasi “frantumati”, per portarlo a un livello infinitamente superiore e lui si è fidato totalmente di Dio. San Giuseppe non ha preteso che Dio gli facesse raggiungere ciò che lui sperava. Ma ha semplicemente cooperato col disegno di Dio per la salvezza dell’intera umanità. Impariamo da san Giuseppe a capire e a vivere la vera speranza.
Facciamo in modo che l’Amore di Dio sia davvero presente nel cuore di ogni uomo, anzitutto nel cuore degli sposi. Solo il suo Amore ci può consentire ancora di sperare, di coltivare la vera speranza. Io sono sempre più sicuro che davvero l’avvenire della Chiesa e del mondo dipende dalle famiglie.
I coniugi devono avere l’umiltà, il coraggio e la perseveranza di pregare e così saranno luoghi in cui Dio abita con la sua Luce e il suo Amore.