Vi propongo il commento di padre Vanhoye al Vangelo della s. Messa di oggi (Gv 15,9-17). Vi prego di notare che è molto simile al brano che ascolteremo nella s. Messa di domenica prossima (Gv 13,31-35). Gesù collega spesso due temi che apparentemente sono molto diversi, se non addirittura inconciliabili: il comandamento e l’amore. «Il discorso di Pietro, riferito nella prima lettura, ci fa capire che Mattia era stato fedele discepolo di Gesù durante tutta la vita pubblica. Perciò poté essere scelto per sostituire Giuda nel gruppo dei dodici apostoli.Nel brano evangelico di oggi ricorrono continuamente due temi: quello del comandamento e quello dell’amore. Gesù afferma: “Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore”. Poi dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.Può sembrare strano insistere sulla fedeltà ai comandamenti, quando si parla di amore. Ricordo una conversazione che ebbi con una coppia di sposi, i quali erano stupiti di questa insistenza sull’adesione ai comandamenti per crescere nell’amore. Essi concepivano l’amore come qualcosa di spontaneo, che si sviluppa con una legge propria e che quindi non ha bisogno di comandamenti, anzi risulta piuttosto bloccato, anziché favorito, dalla preoccupazione di osservare i comandamenti.Ma Gesù non è di questo avviso. Egli sa che, per essere autentico, l’amore per una persona deve compiere la volontà della persona amata. A proposito del suo rapporto con il Padre, egli dice: “Io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore” (Gv 15,10). Il modo con cui egli dimostra di amare il Padre e la sua costante adesione alla volontà del Padre. D’altra parte, la volontà del Padre e di Gesù è che anche noi amiamo. È come un circolo, che non è un circolo vizioso, ma il circolo del progresso dell’amore: perché la nostra adesione alla volontà di Dio sia vera e profonda, è necessario che sia un’adesione al suo amore; perché il nostro amore possa realmente progredire, è necessario che esso sia un’adesione alla volontà di Dio.Questa è la legge fondamentale della vita spirituale: poiché amiamo, cerchiamo di fare la volontà del Padre e di Gesù; poiché cerchiamo di fare tale volontà, progrediamo nell’amore sapendo che essa ci chiede di amare. Ci sono momenti in cui dobbiamo insistere maggiormente sull’adesione all’amore, e\momenti in cui dobbiamo insistere di più sull’adesione alla volontà di Dio per progredire nell’amore.Gesù, quando si presenta a noi come modello dell’amore – ci chiede di amare come lui ci ha amato – precisa: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. La nostra adesione all’amore e alla volontà di Dio deve giungere fino al punto di offrire la nostra vita per gli altri. Ringraziamo il Signore della luce che oggi ci dà con il suo insegnamento, e chiediamogli di orientarci sempre verso il suo amore. Così vivremo con una pace profonda che è il segno del progresso nell’amore, e porteremo frutti duraturi» (VANHOYE ALBERT, Il pane quotidiano della Parola. Volume quarto – Solennità e santi, Edizioni AdP, Roma 2015, pp. 51-52).Vi esorto (per chi è sposato, è di importanza fondamentale che lo faccia come coppia) a riflettere proprio sull’obiezione che la coppia di sposi mosse al biblista: “se l’amore è qualcosa di spontaneo, non ha bisogno di comandamenti”. A me pare di aver capito che questo è un punto davvero centrale. Credo che la nostra vita dipenda essenzialmente da questo: che cosa intendiamo per amore? Il nostro modo di intendere e di vivere l’amore è legato o meno alla nostra fede? Se l’amore per me è importante e se intendo l’amore come un sentimento spontaneo, ma il Vangelo dice qualcosa di diverso, forse devo “confessare” e ammettere anzitutto con me stesso che non penso secondo il Vangelo e devo decidere di iniziare un vero cammino di fede e di conversione (magari con la guida di un buon sacerdote, all’interno di una comunità).Ovviamente conto di proseguire tale riflessione e resto a disposizione per chiunque abbia desiderio di ulteriori chiarimenti.