Stasera ritengo opportuno tornare sulle letture di ieri (At 13,13-25; Gv 13,16-20), perché è davvero illuminante il commento di padre Vanhoye. Siamo aiutati a entrare nel terribile mistero del male e il Signore ci mostra in tale mistero la sua Luce e il suo Amore. Ovviamente è inutile leggere il commento, che ora vi spedisco, se non meditate attentamente appunto le letture della s. Messa di ieri.«La liturgia di oggi ci offre l’occasione per riflettere su queste parole di Gesù: “Deve compiersi la Scrittura […]. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono›”.Attraverso la Scrittura, attraverso la storia del popolo eletto e attraverso la storia di Gesù, Dio ci prepara a tutti gli eventi affinché possiamo accoglierli nel modo giusto. Senza questa preparazione, rischiamo di essere scandalizzati e di non capire. Se invece accogliamo la luce con cui Dio vuole prepararci, potremo riconoscere la sua grazia nel momento in cui ci viene comunicata. Gesù dice queste parole riferendosi al fatto più scandaloso di tutta la Scrittura, il tradimento di Giuda che egli ha appena evocato in modo misterioso. “Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto”. Questo significa che tra i discepoli ce n’è uno che non sarà fedele, quello che sta per compiere il tradimento. Naturalmente la fede degli apostoli sarà scossa da questo fatto in modo terribile: apparentemente Gesù, nella scelta di almeno uno dei suoi discepoli, si è sbagliato. In realtà, egli non si è sbagliato, ma è stato obbediente al Padre, e ha scelto questo discepolo in modo che si adempisse la Scrittura.Per noi è difficile ricostruire le tappe psicologiche della vocazione di Giuda, ma sappiamo che tutto è spiegato dal progetto divino, che ha disposto che Gesù affrontasse il male e lo vincesse. Bisognava dunque che il male potesse giungere molto vicino a lui e che egli incontrasse anche nel gruppo dei suoi amici più intimi l’azione del maligno; si doveva dunque adempiere la Scrittura, che dice: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”.Solo quando l’intero evento sarà compiuto, gli apostoli potranno comprendere il disegno di Dio, che cioè attraverso quel tradimento si compiva il progetto di Dio, si realizzava la vittoria dell’amore sull’odio.Nel discorso di Paolo ad Antiochia di Pisidia, si rivela la stessa dinamica. L’Apostolo vuole annunciare Gesù Cristo alla gente del suo popolo, ai Giudei; per questo comincia da molto lontano, dall’elezione del popolo: “Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto…”. Poi Paolo fa una sintesi di tutta la storia sacra: la conquista di Canaan, il profeta Samuele, il re Saul, il re Davide. Infine ricorda la promessa fatta da Dio a Davide e il suo compimento in Gesù: “Ho trovato Davide, figlio di lesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù”.Il ripercorrere questa lunga storia ci è di aiuto per la nostra fede: ci fa capire che la glorificazione di Gesù, che avviene attraverso la sua morte e la sua risurrezione, non è un evento improvviso, ma che è stato preparato da secoli da Dio. E proprio perché è profondamente radicato nella storia che lo ha preceduto, questo avvenimento dovrà illuminare anche tutta la storia successiva.Riconoscere questa preparazione che Dio ha portato avanti in tutto l’Antico Testamento dà maggiore fermezza alla nostra fede, come pure ci dà una speranza più salda. Ci fa capire che Dio è fedele; che la sua fedeltà è per sempre; che l’opera da lui iniziata certamente sarà portata anche a compimento da lui.Ovviamente non basta aver letto e studiato l’Antico Testamento per poter prevedere l’avvenire. La conoscenza della storia del popolo eletto non dava agli apostoli la conoscenza anticipata del disegno del Padre su Gesù. Il progetto di Dio ha una continuità, ma questa non ci impedisce di rimanere sorpresi o sconcertati di fronte alla manifestazione attuale della volontà di Dio. Per questo noi dobbiamo, da un lato, essere preparati attraverso la meditazione dell’Antico Testamento e del mistero di Gesù e, dall’altro, essere molto docili a Dio, pronti a fare ciò che egli desidera qui e ora da noi, anche se la sua volontà ci giunge in modo del tutto inaspettato. Niente era più imprevedibile per gli apostoli della passione del loro Maestro, e tuttavia niente era stato prefigurato meglio di essa nell’Antico Testamento.Chiediamo al Signore di rafforzare la nostra fede, di darci una fiducia incrollabile nella sua fedeltà, e anche la capacità di riconoscere in ciò che egli opera attualmente la continuazione del mistero di Gesù (VANHOYE ALBERT, Il pane quotidiano della Parola, volume I – Tempi forti, Edizioni AdP, Roma 2014, pp. 193-195).Le domande sono terribili. Gesù si era sbagliato nello scegliere Giuda? Dio lo ha usato per perseguire i suoi disegni? Ovviamente non ci è dato capire tutto, ma non mi stancherò mai di dire che stanno insieme la prescienza divina e la libertà dell’uomo. Ciò che conta è che il Padre per Gesù non ha eliminato magicamente il mistero del male, ma ha fatto in modo che l’odio, la perfidia e l’invidia da cui suo Figlio era circondato siano entrati non come incidenti (ostacoli) nel cammino di salvezza, ma come ingredienti salvifici, perché Dio potesse riversare su tutta l’umanità l’infinita sua Misericordia, appunto per la nostra salvezza. Anch’io, nella mia piccola esperienza quotidiana, posso non essere compreso, ascoltato, amato ma, se resto unito a Dio e al suo Amore, tutto servirà sicuramente per collaborare con il suo disegno di Luce e di Salvezza. Questa è la speranza cristiana, anche quando siamo nella sofferenza e sulla Croce.