Pensiero serale del 17-04-2024

La preghiera, che vi spedisco stasera, è stata scritta da una donna davvero eccezionale, patrona d’Italia con san Francesco d’Assisi, compatrona di Europa, dottore della Chiesa. A chi non la conosce, consiglio vivamente di leggere sia la sua vita sia le sue opere.

«TEMPIO DELLA TRINITA’
O Maria, tempio della Trinità; Maria portatrice del fuoco, terra fruttifera. Tu, Maria, sei quella pianta novella, dalla quale abbiamo ricevuto il fiore odorifero del Verbo unigenito Figliolo di Dio. O Maria, carro di fuoco, tu portasti il fuoco, nascosto e velato sotto la cenere della tua umanità. In te ancora, o Maria, si dimostra la fortezza e la libertà dell’uomo, perché dopo che l’Angelo fu mandato a te per annunciarti il mistero del consiglio divino, non discese nel ventre tuo il Figliolo di Dio prima che tu acconsentissi con la tua volontà. Egli aspettava alla porta della tua volontà che tu gli aprissi, perché giammai vi sarebbe entrato, se tu non gli avessi aperto. Bussava, o Maria, alla tua porta la deità eterna; ma, se tu non avessi aperto, Dio non si sarebbe incarnato in te… A te ricorro, Maria, a te offro la mia supplica per la dolce sposa di Cristo e per il suo vicario in terra, affinché gli sia dato lume per reggere con discernimento e prudenza la Santa Chiesa» (SANTA CATERINA DA SIENA).

Sull’ “aprire la porta” vi ricordo il famoso passo di Ap 3,20.
Conosciamo bene la crisi di natalità che affligge l’Italia in particolare. Chi mi conosce sa cosa penso della gravità estrema non solo dell’aborto, ma anche della contraccezione. Il mio auspicio è che le coppie, che si ritengono cattoliche, comprendano l’importanza della procreazione responsabile, conoscendo i metodi naturali non dopo il matrimonio, ma almeno alcuni anni prima, grazie a una seria preparazione al matrimonio. Vi ricordo che la “Familiaris consortio” opportunamente distingue «una preparazione remota, una prossima e una immediata» (n. 66).
Voglio precisare ovviamente che i metodi naturali non vanno intesi quasi fossero il “contraccettivo cattolico”, ma all’interno di una vera e generosa apertura alla vita. Vi parlo di ciò questa sera ben sapendo che la Chiesa, soprattutto da undici anni, non intende trattare questo tema (tranne rarissime eccezioni), ma a chi vuole approfondire segnalo la grande opera di san Giovanni Paolo II, nota come “La teologia del corpo”. Ho pensato di dirvi questo, perché purtroppo la vita di santa Caterina forse non è bene conosciuta e molti ignorano che prima di lei i suoi genitori avevano avuto oltre venti figli.