Stamattina con alcuni sacerdoti ho meditato su 1 Cor 7,32-34. Devo ammettere che …non sono molto d’accordo con san Paolo quando dice che i vergini, a differenza delle persone sposate, cercano di piacere al Signore. Conosco alcuni coniugi che in vari decenni mi sono stati di esempio nell’amore verso il Signore e verso la Chiesa. Del resto, è vero che la vera ragione del celibato sacerdotale è avere un cuore indiviso per il Signore. In realtà, nella preghiera che stasera vi spedisco, ci sono vari punti su cui meditare. Sono comunque del parere che non c’è nulla di più importante del cercare di progredire senza sosta nel piacere a Lui.
«Come un bimbo
O Gesù, Ostia viva, tu sei tutto per me. Io vengo da te con semplicità e amore, con fede e fiducia. Desidero tutto con te, come un bimbo con la madre amata. O Gesù, io confido nell’oceano della tua misericordia. Io resto con te faccia a faccia. Fammi conoscere quanto in me non ti piace e cosa debbo fare per piacerti di più. Io so che, senza di te, Signore, i miei sforzi valgono ben poco. Quanto più ti conosco, tanto più ardentemente ti desidero e anelo a te. O Gesù nascosto! O amore eterno! O nostra vita! O Divino folle, che hai dimenticato te stesso e vedi soltanto noi! O mistero di felicità! O Bene supremo! O unica speranza! Tu solo mi basti. Illumina il mio intelletto, rafforza la mia volontà, infiamma il mio cuore» (S. Faustina Kowalska).