Pensiero serale 27-01-2025

Torno spesso a ciò che vi ho scritto all’inizio di questo nuovo anno e oggi ho avuto la conferma di quanto affermavo, cioè che i pensieri che vi sto spedendo sono un dono …anzitutto per me. In modo spesso misterioso e imprevedibile mi imbatto in preghiere o riflessioni da cui traggo giovamento, e di conseguenza penso e spero che arrivino anche al vostro cuore donandovi luce e consolazione.
Pensando a quanta sofferenza c’è nel mondo, in tanti cuori e in tante famiglie, spedirvi stasera una riflessione sulla gioia può sembrare una provocazione o (per usare un’espressione cara a don Fabio Rosini) un’astrazione. Prima di stasera non sapevo neanche che esistesse un libro tutto dedicato alla gioia. È difficile pensare che, leggendo un libro, possiamo trovare la “formula” per avere la gioia. Eppure io oso sperare (la speranza e la gioia sono …parenti stretti!) che la riflessione che vi spedisco stasera vi sarà di aiuto concreto.

«La gioia non è uno stato spontaneo dell’uomo, ma il risultato di una concezione di vita e una faticosa conquista, resa possibile dalla grazia di Dio. I nemici della gioia sono più numerosi di quanto a prima vista possa sembrare. Il cammino verso la gioia richiede spesso l’abdicazione ai propri diritti, nella salda certezza che vi è qualcuno in alto che se ne prende cura e che li farà valere, ma nel modo e tempo che egli riterrà più opportuno. La fede non elimina gli ostacoli sul cammino dell’uomo, ma aiuta a superarli alla luce della paternità di Dio. Non si tratta tanto di avere una semplice visione superiore della realtà, quanto di attuare una profonda comunione con Dio, lasciandosi illuminare dalla forza penetrante del suo Spirito. La gioia cristiana è sempre una partecipazione della gioia di Dio. Nelle ombre e nelle oscurità della vita presente l’animo si eleva sulle ali della gioia per superarle. Il dono della vita, l’alleanza, la promessa, le benedizioni, la salvezza sono “eventi” che inondano l’animo del credente.
La sicurezza della gioia cristiana si fonda sull`abbandono in Dio-Padre, sulla certezza di essere amati da Dio. Se una qualunque “notizia lieta rianima le ossa” (Pr15,30), il vangelo fa trasalire l’animo di una gioia ineffabile e inenarrabile, perché annunzia non una semplice dottrina consolatoria, ma un evento di reale salvezza, che ha il suo avvio nell’alleanza e si conclude nell’incarnazione, nella risurrezione e, infine, nel regno dei cieli. La gioia per un cristiano non è un semplice sentimento, ma una persona: Gesù Cristo. Egli è morto e risorto per tutti gli uomini. Gesù nel rovesciare la pietra del sepolcro fugava per sempre le tenebre del male e della morte e apriva a tutti le porte della beatitudine eterna» (FRANCESCO GIOIA, Il libro della gioia, Piemme, Casale Monferrato, 1997, pp. 201 -206, passim).

Avrei molto da aggiungere. Mi accontento di segnalarvi Mt 13,44-46 e At 20,35. Gesù con la sua vita vuole certamente donarci la gioia, non per niente il suo messaggio fondamentale è racchiuso nelle Beatitudini. Se il cuore del Vangelo è nella misericordia e nell’invito alla conversione, sono sempre più sicuro che in questo consiste la gioia: nel sentirsi perdonati da Lui, nel perdonare chi ci fa del male, nell’aiutare gli altri a riconciliarsi con Dio.