Pensiero serale del 27-03-2024

Stasera Martini ci illustra il quarto e ultimo movimento del Salmo 51, il futuro; leggiamo anche la conclusione delle sue riflessioni sul salmo “Miserere”.

 

«4 – Il quarto tema del “Miserere” è il futuro, espresso a partire dal v. 15:

“Insegnerò ai peccatori le tue vie a te ritorneranno gli smarriti… la mia lingua acclamerà la tua giustizia… la mia bocca proclamerà la tua lode”.

È la speranza, propria del cuore nuovo, che il futuro cambierà. Esso non sarà più, come il passato, sotto il peso del peccato, del disordine, dell’ambizione, della vanità della vita. Sarà piuttosto nel senso della missione, dell’apostolato, della predicazione al mondo del cambiamento del cuore degli uomini: “Insegnerò ai peccatori le tue vie”. Non solo mi rialzerò io, ma aiuterò anche gli altri.

Stupenda la ricchezza di questo Salmo che ci incanta per l’ampiezza dei sentimenti che evoca e la tenerezza, la sagacità, la psicologia, la finezza delle parole. In esso si riflettono tutti i movimenti cattivi e tutti i movimenti di bene presenti nel cuore umano.

 

Coscienza del peccato e dimensioni del tempo

Vorrei concludere con una osservazione.

I quattro movimenti – passato, presente, appello, futuro – significano che la coscienza del peccato, davanti alla misericordia divina, svela agli uomini le dimensioni del tempo. 

Il nostro tempo, spesso ripiegato su un presente noioso, difficile, fastidioso, si allarga, nel momento in cui prendiamo coscienza del nostro disordine, nella coscienza esaustiva del reale. Il passato non è mai da dimenticare perché nel presente si fa appello alla misericordia e diventa certezza del futuro.

Per questo è desolante che gli uomini abbiano timore della confessione sacramentale e non desiderino compierne il cammino, rinunciando alla larghezza di spirito che nasce dal processo di purificazione.

La confessione non è un evento penoso, doveroso, formale, ma ci aiuta ad appropriarci delle dimensioni temporali della nostra vita senza rinnegare niente; ci aiuta a inglobare i sentimenti tristi, che cerchiamo di emarginare, esprimendoli a Dio. Direi che la confessione è un vero cammino di liberazione, assolutamente necessaria.

Vi suggerisco quindi di provare a confessarvi partendo dall’esperienza del salmista, mettendo al primo posto “la lode di Dio”, L’affermazione della sua bontà e tenerezza, le meraviglie da lui compiute nella vostra vita.

Allora il cuore si apre, riafferma il tempo passato e presente, facendoci confessare quello che siamo, dicendo a Dio i sentimenti di fondo – nervosismi, inquietudini, amarezze, disgusti, inimicizie – che ci pesano e che sono la radice di tante mancanze.

A questo punto comincia la “confessione di fede”, la richiesta di essere liberati, purificati da ciò che non vogliamo essere, di essere cambiati: “Crea in me, o Dio, un cuore nuovo, donami la gioia della tua salvezza, non privarmi del tuo santo spirito, perché non è la grandezza del mio pentimento, bensì il tuo amore che trasforma la mia vita!”. E la preghiera che ci immette pacificamente nella misericordia di Cristo, quella misericordia che scende su di noi nel sacramento della penitenza» (CARLO M. MARTINI, Davide peccatore e credente, Centro ambrosiano – Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1989, pp. 84-86).

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Ecco alcune mie osservazioni. 

Anzitutto è importantissimo il legame tra futuro, speranza, misericordia e cuore nuovo. Le nostre esistenze, le nostre famiglie, la nostra società, le nostre parrocchie hanno un futuro e quindi ci sarà la possibilità di una speranza solo se ci immergiamo nella misericordia del Signore, che così potrà rinnovare nostri cuori. 

È bellissimo il cenno all’ “ampiezza dei sentimenti” evocata dal Salmo. Spero tanto che almeno qualcuno si convincerà a pregare con la “Liturgia delle Ore” e così potrà accostarsi alla grande ricchezza rappresentata appunto dai Salmi.

Infine, è molto alta e preziosa la Conclusione sul Salmo 51. Proprio alla vigilia del Triduo pasquale in modo provvidenziale Martini ci esorta alla confessione intesa come gioia, come momento di liberazione. Al primo posto va messa la “lode di Dio”, non le nostre miserie, che pure ci sono ovviamente. Mi ha colpito molto quando Martini parla di “sentimenti” negativi che sono “la radice di tante mancanze”. È un punto importantissimo. Spesso i peccati non sono espressione di cattiveria, ma risposte sbagliate a problemi veri. Chi si droga, chi tradisce, chi non vive la castità spesso si immerge in una ingannevole evasione (invece dell’Amore, ci si accontenta di squallidi surrogati); piuttosto dobbiamo saper trovare le vere soluzioni ai nostri problemi. Non dimentichiamo che domani, Giovedì Santo, nella lavanda dei piedi c’è un chiaro riferimento al Sacramento della Penitenza. Sempre domani ringraziamo Dio per i suoi tre più grandi doni: l’Eucaristia, il Sacerdozio e il Comandamento dell’amore. Pregherò per ognuno di voi e per le vostre famiglie nella s. Messa “in Coena Domini” e sono sicuro che anche voi pregherete per me, per la mia vera conversione al suo Amore.